La quantità di merci che transitano nel Mar Rosso è diminuita ancora nel mese di gennaio. A dicembre era crollata di oltre la metà a causa degli attacchi alle navi nel Canale di Suez da parte delle forze ribelli sciite Houthi. Attualmente, oltre l'80% in meno di containerpercorre la rotta marittima del Canale di Suez rispetto a quanto ci si aspetterebbe normalmente. Un dato che emerge dal Kiel Trade Indicator (L'Istituto tedesco che analizza e monitora l’andamento dell'economia mondiale) per gennaio 2024. L’attuale momento storico vede l’Italia particolarmente colpita perché la quota domestica di import export che transita da Suez è vicina al 40%. Il motivo del drastico calo del volume di merci è dovuto alla rotta alternativa che le navi portacontainer hanno attuato per evitare gli scontri: il giro dell'Africa passando per il Capo di Buona Speranza invece del transito attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez.
A causa di questa deviazione al momento le navi portacontainer sono in forte ritardo rispetto ai loro piani originari. Come conseguenza si è avuta una diminuzione degli arrivi in molti porti europei oltre a un costo effettivo del viaggio più alto in termini di carburante e nolo. Si stima che circa il 10% di tutte le merci spedite a livello globale siano interessate da questa situazione.
Soluzioni alternative
In attesa di un allentamento delle tensioni presenti nel Mar Rosso diverse società che spediscono via mare si sono viste costrette a modificare la modalità di trasporto e a spedire la merce via aerea per non subire troppi ritardi. Ma quando si tratta di merce pericolosa ai fini del trasporto una modifica di questo genere implica la conoscenza approfondita della materia perché un collo idoneo per la spedizione via mare non è detto che possa essere spedito via aerea così com’è. Ci sono diverse variabili da considerare, in primis il regolamento via aerea (ICAO-TI/IATA), che è molto più stringente rispetto a quello che regola il transito via mare (IMDG) per esempio in termini di tipologia e quantità di merce che è possibile spedire, tipo di imballaggio, e l’etichettatura e la marcatura. È quindi sempre necessario verificare la validità delle omologazioni, perché diverse omologazioni ONU rilasciate da alcuni enti certificatori, sono idonee per la spedizione via terra e via mare ma non comprendono e non coprono il trasporto via aerea IATA di merci pericolose.
Differenze così sostanziali implicano spesso non solo ri-etichettare la merce, ma anche imballarla ex novo con ovviamente notevoli ritardi e costi aggiuntivi.
Anche nel caso di una merce spedita in Quantità Limitate le problematiche sono diverse, perché anche in questo caso il regolamento IATA è molto più stringente e richiede che gli imballaggi superino dei test di caduta e di impilamento per ogni configurazione da spedire. Cambiando la configurazione, è necessario effettuare nuovamente i test.
Quando si deve spedire merce pericolosa via aerea non cambiano solo il tipo di imballaggio ed etichettatura e marcatura, ma anche la documentazione a corredo è differente. È necessaria infatti la compilazione da parte di personale qualificato e certificato della Shipper’s declaration, ovvero il documento di trasporto dove si indica che il carico è stato imballato, etichettato e dichiarato secondo il regolamento IATA.
Cercare di velocizzare la spedizione di una merce pericolosa adottando il sistema aereo, è sicuramente un’opzione che molti stanno considerando in questo particolare momento storico, ma come abbiamo illustrato in precedenza non è un processo automatico e immediato. Una scelta improvvisata potrebbe essere la causa di ulteriori ritardi e costi dovuti al fermo della merce a possibili sanzioni. Affidarsi a partner esperti come noi di Serpac ti offre la sicurezza di acquistare prodotti idonei per la spedizione conforme via aereadelle tue merci pericolose.
Per approfondire come cambiano etichettatura e marcatura a seconda del tipo di spedizione di merce pericolosa, leggi l’articolo a questo link.
Ship safe, think Serpac!