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3 consigli di Serpac per valutare un’omologazione ONU

Data pubblicazione 10/12/2018

1. Risolvi il problema dal principio

Talvolta si spedisce con imballaggi che si credono omologati quando non lo sono, o meglio, non lo sono per quella specifica modalità di trasporto, merce o imballaggio interno, oppure, per un qualche motivo, sono stati cambiati dei componenti dell’imballaggio, sono stati cambiati i produttori, modificati i sistemi di chiusura o peggio ancora, non sono stati chiaramente definiti durante la fase di omologazione. Questi sono solo alcuni esempi dei tanti motivi per cui è possibile risultare non conformi ai controlli delle spedizioni. Ecco perché è fondamentale affidarsi a enti certificatori validi così da evitare problemi di fondo ed essere informati su cosa è possibile o non possibile fare.

2. Verifica l’ente certificatore

Sicuramente la scelta dell’ente certificatore gioca un ruolo chiave per la conformità delle spedizioni e la sicurezza della tua azienda, vediamo alcuni aspetti critici:

  • Modalità di trasporto

Alcuni enti certificatori offrono omologazioni ONU solo per alcune modalità di trasporto, per esempio valide solo via strada ADR o solo via mare IMDG, ma avvalersi di omologazioni ONU limitate ad alcune modalità non consente la flessibilità nel trasporto. Meglio affidarsi a enti validi e riconosciuti che rilasciano omologazioni valide per tutte e 5 le modalità di trasporto (ADR, RID, ADN, IMDG e ICAO/IATA).

  • Request form / informazioni sulla preparazione

Partiamo dal fatto che il collo che andrete a spedire dovrà essere l’esatta fotocopia di quello che è stato testato. Ma questo cosa significa? Prendiamo l’esempio di un’omologazione ONU di un imballaggio 4G (scatola in cartone) con all’interno delle taniche in plastica. L’ente certificatore dovrà preparare l’imballaggio esattamente come il cliente intende poi utilizzarlo durante le spedizioni. Questo significa che ci sono alcune informazioni fondamentali che devono essere richieste dall’ente certificatore. Solitamente la richiesta di queste informazioni avviene tramite un request form dove devono essere indicate informazioni come:

    • Numero degli imballaggi interni;
    • Massa lorda dei singoli imballaggi interni;
    • Contenuto degli imballaggi interni;
    • Sistema di posizionamento degli imballaggi interni;
    • Sistema di chiusura della scatola;
    • ecc
  • Request form / specifiche degli imballaggi

Abbiamo detto in precedenza che gli imballaggi che andremo a spedire dovranno essere identici al prototipo testato. Non è quindi sufficiente rispettare le stesse disposizioni di chiusura o preparazione ma anche la tipologia di imballaggio e le sue caratteristiche dovranno chiaramente figurare nel certificato di omologazione. È quindi fondamentale che vengano fornite all’ente certificatore le specifiche circa il materiale, peso, sito di produzione e altre informazioni fondamentali riguardanti l’imballaggio interno, l’imballaggio esterno ed il sistema di chiusura. L’ente certificatore con opportuni test dovrà poi verificare quanto dichiarato e fornito tramite il request form.

  • Controllo di produzione

Ogni ente certificatore valido deve avere persone preposte al controllo di produzione che deve essere eseguito, salvo casi particolari, presso i produttori degli imballaggi. Il controllo di produzione serve per verificare che gli standard di qualità vengano mantenuti, garantendo all’utilizzatore dell’imballaggio la conformità e la sicurezza per tutte le sue spedizioni.

Come si suol dire “chi ben inizia è già a metà dell’opera” e i punti indicati sopra sono solo alcuni aspetti che devono essere considerati per la scelta dell’ente certificatore. Informati prima di affidarti ad un ente, Magari chiedi consiglio a Serpac, che produce e fornisce imballaggi omologati avvalendosi dei migliori enti certificatori, di cui è anche rappresentante, e che da anni è player di rilievo nel settore delle merci pericolose: prevenire è meglio che curare!

3. Controllo dei test

Per certificare l’efficacia di un imballaggio vengono condotti diversi test - i due principali sono lo stacking test e il drop test.

Ci sono altri test specifici che vengono richiesti, per esempio nel caso di imballaggi contenenti liquidi viene richiesto anche la prova di pressione. Al al termine di questi test, in caso di risultato positivo, viene rilasciato dall’ente certificatore un test report con tutte le specifiche sui test e sui risultati. È bene sapere che più il test report è completo e specifico più in caso di controlli non potranno incombere problemi. Vediamo rapidamente in cosa consistono questi test.

Per quanto riguarda lo stacking test, si tratta di impilare tanti colli, aventi la stessa massa lorda del campione, uno sull’altro fino a 3 metri per andare a ricreare una situazione reale di trasporto: quanto è in grado di resistere un imballaggio al peso senza deformarsi?

Ovviamente, in questo caso non ci sono dei parametri numerici da considerare per valutare se il test è valido. Un imballaggio supera la prova di impilamento se al termine non ci sono perdite, deterioramenti tali da mettere a repentaglio la sicurezza durante il trasporto, deformazioni suscettibili di ridurre la sua resistenza o tali da causare una mancanza di stabilità quando gli imballaggi sono impilati.

Altro test principale è il drop test, che consiste in 5 prove di caduta sui 5 punti di impatto previsti dai regolamenti. Anche se il regolamento specifica il numero di cadute, enti certificatori validi sono in grado di valutare i punti deboli dell’imballaggio ed eseguire ulteriori test di caduta al fine di certificare un imballaggio che garantisca alti standard di sicurezza. Il campione dell’imballaggio viene posizionato a una determinata altezza definita, salvo casi particolari, dal gruppo di imballaggio (P.G.) della materia o sostanza pericolosa contenuta e lasciato cadere su una superfice rigida in grado di assorbire la caduta senza flettersi o muoversi.

Anche per quanto riguarda il drop test i risultati si basano su una valutazione visiva dello stato finale dell’imballaggio il quale non deve presentare, dopo ogni singola caduta, nessun deterioramento che possa compromettere la sicurezza durante il trasporto. Questo, ovviamente, serve per tutelare il contenuto del collo anche in caso di impatto violento con una superficie durante il trasporto o la movimentazione.

L’avvenuta esecuzione dei test e gli eventuali risultati delle analisi sono visionabili nel test report o rapporto di prova, che deve essere messo a disposizione degli utilizzatori dell’imballaggio e che deve essere rilasciato a seguito dell’omologazione. Ricorda, più spedisci e più rischi quindi, prima di scegliere un ente certificatore qualunque, valuta sempre tutti gli aspetti chiave così da poter sempre spedire in sicurezza ed in conformità la tua merce. 

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Secondo le normative in materia di trasporto di merci pericolose, nel caso di trasporto in piena regolamentazione, salvo casi particolari, gli imballaggi utilizzati devono essere necessariamente omologati, tali omologazioni si ottengono attraverso dei test per misurarne e certificarne resistenza, performance e qualità.

Queste prove devono essere condotte da enti certificatori ma, attenzione, non tutti sono uguali e conducono i test in maniera estremamente scrupolosa e soprattutto, non tutti gli enti rilasciano omologazioni valide per tutte le modalità di trasporto ed eseguono i controlli di produzione come richiesto dai regolamenti. Ecco perché noi di Serpac abbiamo pensato di darti qualche consiglio su come valutare un’omologazione ONU di una cassa / scatola in cartone ed evitare di utilizzare imballaggi non sicuri ma soprattutto non a norma.