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Come valutare la qualità di imballaggi ed etichette ADR per merci pericolose

Data pubblicazione 18/07/2018
no html: Un settore così delicato come il trasporto di merci pericolose non può essere lasciato al caso, né alla discrezione dei vari operatori. Essendo numerosi i rischi per la sicurezza legati a questo tipo di spedizione, a partire dalla fine degli anni Cinquanta sono state introdotte norme internazionali ad hoc per stabilire obblighi e responsabilità. Il punto di partenza per una corretta spedizione di merce pericolosa è sempre la MSDS, ovvero la scheda di sicurezza in 16 punti del prodotto da spedire. Una volta identificata la merce, si passa alla consultazione dei manuali / regolamenti per la spedizione di merce pericolosa. Nel trasporto via terra, il punto di riferimento è il cosiddetto regolamento ADR, ovvero l’Accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada. Questa normativa stabilisce, tra le altre cose, regole molto rigide circa l’etichettatura e l’imballaggio delle merci pericolose. Lo scopo non è puramente “identificativo”: apporre ben precise etichette ADR oppure utilizzare un certo tipo di imballo non serve solo a identificare al volo quale merce pericolosa viene trasportata, ma è fondamentale in caso di incidenti per capire come intervenire prontamente e limitando i danni. Dubbi su come etichettare e marcare un collo? Scarica la nostra infografica gratuita con tutte le specifiche! Per questo motivo è importante conoscere e rispettare tutte le prescrizioni in materia. Se ti stai chiedendo se le tue spedizioni sono conformi all’ADR, ecco quali sono gli standard qualitativi richiesti a cui devi far riferimento per valutare i tuoi trasporti e adeguarti in caso di violazioni. Imballaggi per merci pericolose non conformi, così come etichette e marchi non corretti o applicati in maniera non idonea, infatti, potrebbe causare fastidiosi fermi merce, sanzioni e in alcuni casi possono anche diventar la causa scatenante di incidenti. Etichette per merci pericolose: come devono essere Partiamo da questo obbligo di base: tutti i colli contenenti merci pericolose spedite in piena regolamentazione devono esporre una o più etichette di pericolo, a seconda del rischio principale, degli eventuali rischi secondari e del tipo di spedizione. Infatti, per alcune modalità di trasporto, possono essere richieste etichette per merci pericolose aggiuntive come per esempio l’etichetta CAO (Cargo Aircraft Only) utilizzata nel trasporto via aerea. Ma quali caratteristiche devono avere esattamente? L’accordo europeo stabilisce con precisione, per tutte le etichette ADR, quali sono le forme, i colori e la simbologia da utilizzare, nonché alcune caratteristiche fondamentali circa la loro resistenza e durabilità. Infatti, per ognuna delle 9 classi di pericolo attraverso le quali vengono classificate le merci pericolose, la normativa prevede una o più etichette specifiche. Per esempio, i colli che contengono materie rientranti nella classe 1 (esplosivi) devono avere un’etichetta di colore arancione raffigurante una bomba in fase di esplosione. O ancora, le merci della classe 2 divisione 2.1 (gas infiammabili) devono esporre un’etichetta rossa con il simbolo di una fiamma accesa. Le materie della classe 6 divisione 6.1 (sostanze tossiche) devono riportare, invece, un teschio nero su sfondo bianco. E così via: ad ogni classe la sua etichetta di pericolo. Ben visibile e non sovrapposta ad altre. È comunque importante ricordare che l’inventiva o la personalizzazione di un’etichetta di pericolo cambiando il suo design può diventare motivo di sanzione o fermo merce, esiste un design ben definito, perché deve essere modificato? Al di là di queste caratteristiche specifiche visive, esistono una serie di requisiti standard che tutte le etichette ADR, salvo casi particolari, devono soddisfare. In primis, la forma: quadrata, a losanga (ovvero disposta con un’inclinazione di 45 gradi) e con una lunghezza di almeno 10 cm per lato, salvo casi particolari. Nell’angolo superiore deve sempre esserci il simbolo di pericolo della classe, o il numero della divisione per le divisioni 1.4. 1.5 e 1.6, o la parola “FISSILE” per l’etichetta N° 7E, mentre in quello inferiore il numero della classe. Infine, il materiale: è necessario che sia resistente alle intemperie e a qualsiasi condizione climatica per non subire deterioramenti o alterazioni durante il trasporto e, quando richiesto, le etichette e i marchi devono resistere a immersione di 3 mesi in acqua marina (trasporto via mare, codice IMDG). L’ADR, come tutti gli altri regolamenti, fornisce indicazioni importanti per la scelta corretta dell’imballaggio per merci pericolose. Queste indicazioni sono racchiuse nelle istruzioni di imballaggio (packing instruction). Ad ogni numero ONU e packing group (gruppo di imballaggio) viene associata un’istruzione di imballaggio che deve essere consultata obbligatoriamente prima della preparazione dei colli contenenti merci pericolose spedite in piena regolamentazione. Nelle packing instruction vengono specificati i limiti di capacità, peso e le tipologie di imballaggio utilizzabili. Questi imballaggi vengono codificati tramite un codice alfanumerico che ne definisce la tipologia, materiale ed alcune caratteristiche. Che si tratti di fusti, scatole, sacchi, taniche c’è un modo per capire a colpo d’occhio se l’imballaggio per merci pericolose che stiamo usando va bene oppure no? Diciamo che esiste la possibilità di effettuare una prima verifica sommaria dell’idoneità dell’imballaggio tramite il marchio di omologazione ONU. Di cosa si tratta? È un codice o più precisamente un marchio (preceduto dal simbolo UN) che viene apposto esteriormente sugli imballi e ne attesta l’idoneità per il trasporto di merci pericolose. In tutti i marchi sarà presente il codice dell’imballaggio (esempio 4G – scatola di cartone), il gruppo di imballaggio per il quale è stato approvato (X, Y o Z), l’anno di produzione, lo stato che autorizza l’attribuzione del marchio ed il nome del fabbricante o altra identificazione dell’imballaggio secondo prescrizioni dell’autorità competente. Inoltre, a seconda che l’imballaggio per merci pericolose sia omologato per liquidi o solidi, il marchio avrà al suo interno informazioni differenti e aggiuntive. L'omologazione viene certificata da enti competenti che, a seguito di test molto rigorosi, rilasciano il certificato di omologazione con relativo marchio di omologazione ONU e il test report, un documento contenente tutte le caratteristiche dell'imballaggio.