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I 4 problemi ricorrenti nel trasporto di merci pericolose via mare

Data pubblicazione 06/11/2017

Quando ci si affaccia nel mondo delle merci pericolose bisogna ricordarsi che non abbiamo solamente la responsabilità dei nostri prodotti, ma anche dell’ambiente circostante: sono molti, infatti, i danni che questo genere di item può provocare. Non sono così rari gli incidenti durante il trasporto di merci pericolose via mare: nonostante non se ne parli al telegiornale non significa che siano così infrequenti.

Nel 2011, Joanne Ellis ha condotto uno studio dal titolo “Analysis of accidents and incidents occurring during transport of packaged dangerous goods by sea” basandosi sui dati rilasciati sul trasporto di merci pericolose via mare da Stati Uniti e Regno Unito tra il 1998 e il 2008. I risultati parlano chiaro: il 97% degli incidenti non è stato causato da una collisione tra mezzi, ma da altre attività come preparazione e stoccaggio della merce all’interno dei container.

Ma allora, quali sono i fattori principali che scatenano i problemi più frequenti durante la spedizione via mare dei prodotti? Conoscerli ti permetterà di correre ai ripari prima che accadano e rendere, così, le tue spedizioni a prova di tempesta!

1. Onda su onda

Il mare culla l’essere umano come un’amorevole madre sin dall’alba dei tempi, ma non sempre è una calma distesa di acqua, anzi, quando arriva la tempesta la sua furia è inarrestabile.

Le onde - o meglio, i cavalloni - sono il primo grande problema di ogni spedizione di merce a rischio per via marittima. Non serve uno tsunami per alterare l’equilibrio dei prodotti a bordo, talvolta basta una piccola turbolenza e uno stoccaggio non proprio professionale per rovesciare l’intero carico. Si può, dunque, prevenire questo annoso problema?

Innanzitutto è doveroso rispettare le indicazioni ed i limiti definiti nelle istruzioni di imballaggio che indicano come preparare conformemente un collo di merce pericolosa. Salvo spedizioni di merci pericolose in esenzione (Quantità Limitata o Quantità Esente) dove sono necessari imballaggi conformi alle richieste del capitolo 3.4 o del capitolo 3.5 è obbligatorio utilizzare imballaggi omologati per le spedizioni via mare secondo il regolamento IMDG. Non sarà solo indispensabile utilizzare imballaggi omologati ma sarà necessario utilizzarli nel modo corretto così come indicato nel certificato di omologazione.

In più, una volta caricato il container, è doveroso fissare tutte le merci al suo interno andando ad eliminare la possibilità che la merce si muova aumentando così il rischio di incidenti durante il trasporto.

2. “Burocrazia: una difficoltà per ogni soluzione”

Con le parole di Herbert Samuel, politico britannico del XX secolo, introduciamo lo spinoso problema della documentazione, secondo problema ricorrente non solo durante il trasporto delle merci, ma anche nella fase di preparazione della spedizione.

In questo settore anche solo un errore può significare il blocco della merce, quindi nel caso di dubbi è sempre bene rivolgersi ad un esperto. Sin dalla preparazione, lo speditore dovrà fornire allo spedizioniere la classe IMDG, la tipologia di imballaggio scelta e il numero ONU.

In un secondo momento sarà sempre dovere dello speditore fornire:

  • La scheda di sicurezza del prodotto (Safety Data Sheet), una sorta di carta d’identità della merce, dove si esplicitano i pericoli ad essa legati, le informazioni del produttore e le istruzioni per la manipolazione.
  • La scheda Multimodal (Multimodal for dangerous goods), in cui vengono indicate tutte le informazioni circa la merce pericolosa che si sta spedendo e il tipo di confezionamento utilizzato.

3. Non fare acqua da tutte le parti!

Quando si viaggia in mare aperto si è, naturalmente, circondati da acqua. Per questa ragione l’umidità è un problema molto frequente durante il trasporto di merci pericolose. Questo, però, può rovinare i prodotti deteriorandone la qualità. Senza contare che l’acqua può rendere illeggibili i documenti contenuti all’interno dei colli e questo potrebbe causare dei problemi al momento dell’arrivo della merce.

Anche in questo caso il progresso scientifico ci ha portato delle soluzioni molto semplici. Tra i prodotti in commercio troviamo:

  • Sacchetti disidratanti per colli e container in gel di silice - sì, proprio simili a quelli che trovi in misura ridotta nelle borse nuove - questi servono per assorbire l’umidità grazie alla loro capacità di assorbire il vapore acqueo;
  • Indicatori di umidità che segnalano, come una cartina tornasole, quando viene superato un determinato range di umidità.

Si possono adottare anche soluzioni tecnologicamente meno avanzate, ma sempre efficaci come le buste portadocumenti in plastica per proteggere i documenti, oppure sacchetti in plastica per isolare e proteggere il contenuto dei colli.

 4. Attento ai pesci!

Le nostre acque stanno soffrendo e questo è un dato di fatto. Da quanto emerge dal report 2017 di Legambiente, su 260 campioni di acqua raccolti lungo tutta la costa italiana, 105 (circa il 40%) sono risultati fortemente inquinati. E la situazione si riflette a vari livelli in tutte le acque mondiali tanto che molte associazioni come GreenPeace hanno lanciato l’allarme per la tutela delle specie marittime.

Se in circostanze normali, l’attenzione ad evitare sversamenti in caso di trasporto di merci pericolose via mare dev’essere alta; in questa situazione ancora più critica le misure di sicurezza da prendere sono ancora di più.

Innanzitutto, è di fondamentale importanza la presenza dell’etichetta di pericolo del prodotto (in riferimento al trasporto di merci pericolose) - in modo da identificare, soprattutto in caso di incidente, le merci pericolose trasportate. In alcuni casi è anche obbligatorio apporre il marchio “MARINE POLLUTANT” per indicare che quanto trasportato è un agente inquinante / materia pericolosa per l’ambiente.

Inoltre, nel caso di sversamenti di sostanze oleose, la tecnologia ci viene incontro con gli skimmer: dei sistemi galleggianti che raccolgono le sostanze disperse attraverso un salsicciotto dalle proprietà idrofobiche, ovvero che assorbe le sostanze oleose senza assorbire l’acqua. Ma prevenire è meglio che curare quindi, prima di ogni intervento riparatorio, è bene dotarsi di materiali e imballaggi certificati, resistenti e di qualità.

La cura dei nostri mari, soprattutto quando si trasportano merci pericolose, dev’essere una priorità assoluta: la fauna e la flora marina, infatti, sono preziose per la vita dell’uomo.

 

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