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I test che gli imballaggi devono superare per essere omologati ONU

Data pubblicazione 18/12/2018

Il trasporto di merci pericolose, salvo esenzioni particolari, richiede l’uso di imballaggi omologati ONU, in via obbligatoria. Proprio per questo le aziende mittenti devono essere in possesso di una certificazione scritta, che attesta l’effettiva omologazione dei contenitori scelti per il trasporto ad alto rischio. Non solo, la certificazione deve essere anche verificata, infatti non è detto che un qualsiasi imballaggio omologato ONU sia idoneo per contenere la vostra merce.

Visto alcuni recenti incidenti che hanno coinvolto il trasporto delle merci pericolose sono stati intensificati i controlli e, In caso di certificazione assente o non valida, non tarderanno ad arrivare le sanzioni, il blocco immediato delle spedizioni e i ritardi nella consegna della merce ai clienti. Ecco perché è fondamentale verificare sempre la correttezza dell’imballaggio e rivolgersi a degli enti certificatori autorizzati e altamente specializzati, in grado di eseguire al 100% tutti i test previsti.

Come funziona la certificazione?

Partiamo dal fatto che l’omologazione ONU viene eseguita su dei campioni di imballaggi che dovranno essere identici a quelli che poi verranno prodotti. Non solo, dovranno essere prodotti con le stesse macchine, materiali e stesso sito produttivo, anche un piccolo cambiamento nella fase di realizzazione dell’imballaggio potrebbe invalidare l’omologazione. Prima di procedere con i diversi tipi di test, è necessario inviare all’ente certificatore tutte le specifiche, informazioni, dettagli e materiali necessari, solitamente per la fornitura delle specifiche, enti validi, richiedono la compilazione di un Request Form.

Successivamente è prevista una fase di preparazione di un numero di imballaggi sufficiente, in base a quanto stabilito dai regolamenti per la spedizione delle merci pericolose sui quali verranno eseguiti i test.

Parlando di imballaggi, esistono due diversi tipi, quelli combinati, per esempio scatola ONU 4G più specifico imballaggio interno oppure quelli semplici come un fusto in metallo 1H1 contente un liquido.

Ogni imballaggio che viene testato ha associato un riferimento identificativo a cui corrisponderà un test report. In pratica vengono inseriti in questo report tutti i dati dell’imballaggio che sono stati forniti, quelli riscontrati durante i prelievi e le analisi, i risultati dei test, foto dei campioni testati (diciamo che questo punto da maggior valore al report) e varie specifiche riguardanti informazioni particolari come, per esempio, il tipo di chiusura dell’imballaggio.

I principali test che stabiliscono se gli imballaggi sono omologati ONU al 100%

Esistono vari tipi di test a cui vanno sottoposti gli imballaggi, di cui alcuni obbligatori e altri opzionali. A seconda del tipo di imballaggio e del suo contenuto sono richiesti diversi test, per esempio per la spedizione di imballaggi semplici, come delle taniche in plastica per la spedizione di liquidi, è richiesta una prova idraulica, test non richiesto per imballaggi combinati come per esempio una scatola 4G con all’interno un sacco di plastica con materiale granulare o una batteria al litio. Per entrare un po' più nello specifico analizziamo il caso dell’omologazione di un imballaggio combinato, una scatola in cartone 4G con all’interno dei flaconi di plastica. In questo caso i test che gli enti certificatori devono eseguire tassativamente sono: Drop Test, Cobb Test e Stacking Test. Vediamoli uno ad uno qui di seguito!

1. Test di assorbimento, o Cobb test

Il test di assorbimento dell’acqua detto cobb test, serve a determinare l’assorbimento d’acqua del cartone ondulato ed esprime la quantità di acqua distillata assorbita da un provino di cartone sottoposto a una pressione esercitata da una colonna d’acqua di 1 cm in 30 minuti. Per essere superato il test, l’assorbimento non deve essere superiore a 155 g/m2.

2. Prova di impilamento, o Stacking Test

Lo Stacking Test consiste nel testare la capacità di resistenza dell’imballaggio ad una compressione esercitata per 24 ore.

Il campione deve essere sottoposto ad una forza applicata sulla superficie superiore equivalente alla massa totale di identici colli che possono essere impilati su di esso durante il trasporto. L’altezza minima di impilamento, compreso il campione provato, deve essere di 3 m. Per considerare il test superato nessuno dei campioni deve presentare deterioramenti che possano compromettere la sicurezza nel corso del trasporto, né deformazioni suscettibili di ridurre la sua resistenza o tali da causare una mancanza di stabilità quando gli imballaggi sono impilati.

3. Drop Test

Il Drop Test permette di capire quale comportamento assume un imballaggio in caso di urti e impatti in fase di movimentazione. In particolare, ci si concentra sulla risposta ad una caduta con impatto verticale. L’imballaggio deve essere fatto cadere da un’altezza variabile tra i 180 cm, 120 cm e 80 cm, altezza che, salvo casi particolari, dipende dal gruppo di imballaggio della merce che dovrà contenere. Generalmente per le scatole di cartone le cadute sono 5. Possono però essere richieste cadute aggiuntive o differenti in base al posizionamento interno del contenuto.

Il test si ritiene superato se gli imballaggi interni o l’imballaggio esterno non presenta perdite o deterioramenti che possano compromettere la sicurezza durante il trasporto. È bene ricordare che, nel caso di imballaggi in plastica, è necessario che gli stessi siano condizionati in maniera tale che il contenuto abbia una temperatura di -18°C che verrà verificata subito dopo l’esecuzione del test.

Sempre partendo dall’esempio di omologazione ONU di una scatola 4G, possiamo passare ad una serie di test correlati. Si, correlati in quanto non espressamente richiesti dalla normativa ma indispensabili per aver tutte le specifiche del cartone che è stato testato. Infatti, una volta conclusa l’omologazione, per mantenerla valida come richiesto espressamente dai regolamenti è necessario sottostare a dei controlli di produzione. In questi controlli viene verificata la tracciabilità dei materiali, il sito produttivo e un campione dell’imballaggio. Ed è proprio grazie a questi dati ricavati dai test correlati che si possono disporre di tutte le specifiche del cartone indispensabili per verificare e confrontare il campione utilizzato per i test ed i prodotti delle successive produzioni.

4. Puncture test

Questo test è fondamentale per capire qual è la forza da esercitare per far penetrare completamente un dardo perforatore nella provetta di cartone ondulato. Se consideriamo i cartoni ondulati molto resistenti e quelli a 3 onde, questa prova può essere considerata come sostitutiva dello scoppio.

5. ECT Edge Crush Test

Questo è un test che accerta la resistenza alla compressione di un cartone con onde perpendicolari al piano delle piastre. Si può effettuare con tutti i tipi di cartone ondulato, ed è particolarmente importante perché ci fa capire se l’imballaggio è stato prodotto correttamente.

6. Prova di scoppio, nota anche come Bursting Test

La prova di scoppio è fondamentale per accertare la capacità di una scatola di cartone ondulato di resistere alla rottura indotta da pressione.

È bene ribadire che ciascuno di questi test deve essere svolto con la massima meticolosità e precisione tipica di chi conosce bene il campo delle omologazioni per merci pericolose. Se l’esito è positivo, avrai la certezza che i tuoi imballaggi sono omologati ONU. Una volta ottenuta la certificazione ufficiale, potrai finalmente procedere a cuor leggero con la spedizione della merce.

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