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Le 7 procedure da seguire per ottenere l’omologazione ONU degli imballaggi

Data pubblicazione 20/12/2018
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Una volta considerato il ruolo di ciascuna di queste figure, è necessario seguire una precisa procedura, che si articola attraverso 7 fasi:

  1. Compilazione del request form, che dovrà essere successivamente inviato all’ente certificatore Questo passaggio è molto importante, il mancato conferimento di alcune informazioni potrebbe portarvi ad avere un’omologazione non “corretta”;
  2. Produzione dei campioni e fornitura degli stessi per le prove distruttive;
  3. Verifica, da parte dell’ente certificatore, delle dimensioni e delle specifiche presenti nel request form, che vengono confrontate con quelle dei campioni forniti per il test, prima di procedere alle prove distruttive;
  4. Preparazione dell’imballaggio secondo le disposizioni fornite dal cliente circa il posizionamento degli imballaggi interni e il sistema di chiusura. Qui si torna ancora all’importanza del Request form che deve contenere tutte queste ed anche altre informazioni;
  5. Una volta pronto l’imballaggio, si procede alla fase di test per accertarne la conformità;
  6. Annotazione dei risultati del test su un report interno, utilizzato per verificare se l’imballaggio risulta idoneo o meno alla spedizione della merce pericolosa. Solitamente in questa fase vengono scattate anche delle foto che verranno utilizzate per integrare e valorizzare il test report;
  7. Se l’imballaggio ha superato tutti i test viene rilasciato un test report seguito dal certificato di omologazione e del relativo marchio di omologazione, che dovrà essere sempre presente sull’imballaggio.

Le modalità di spedizione per le merci pericolose

Prima di iniziare la procedura di ottenimento della certificazione o meglio, dell’omologazione ONU è opportuno verificare che l’ente certificatore possa rilasciare certificati validi per tutte le modalità di spedizione, vale a dire:

  • ADR (trasporto a terra)
  • RID (trasporto ferroviario)
  • ADN (navigabile interna)
  • IMDG (trasporto via mare)
  • ICAO TI (trasporto aereo)

Nel caso si fosse già in possesso di un certificato di omologazione, è opportuno verificare per quale modalità di spedizione esso risulta valido: il certificato di omologazione ONU degli imballaggi, infatti, deve riportare tutte le modalità per le quali è stato approvato l’imballaggio. Si tratta di uno scrupolo, è vero, ma in realtà è un controllo molto importante, perché se, per esempio, un certificato rilascia la validità della spedizione di un imballaggio via terra (in modalità ADR, quindi) ma l’imballaggio viene poi trasportato via mare, la certificazione sarà riconosciuta invalida, creando così seri problemi a tutti gli attori coinvolti nella filiera.

La soluzione migliore, nel momento in cui si avvia l’iter per ottenere l’omologazione ONU degli imballaggi, consiste nel scegliere un ente certificatore in grado di rilasciare documenti validi per tutte le modalità di spedizione, permettendo così tanto di ottimizzare il lavoro di ciascuna figura coinvolta nel processo quanto di assicurare una copertura completa dal punto di vista legale. Una scelta intelligente, che consentirà di trasportare la propria merce tramite qualsiasi mezzo, in tutta sicurezza e in conformità alla normativa vigente in materia.

È altresì doveroso sottolineare come, prima di utilizzare un qualsiasi imballaggio omologato (come, ad esempio, flaconi in alluminio, fusti in acciaio, sacchi, imballaggi metallici, taniche in plastica) occorre verificare, tramite il certificato rilasciato dal fornitore, per quali modalità di spedizione è stato omologato l’imballaggio stesso. La mancanza di questo controllo da parte dell’utilizzatore, infatti, può portare, in caso di incidente o di un semplice controllo, al blocco della spedizione e a una sanzione pecuniaria.

Omologazione ONU: per quanto tempo è valido il certificato?

Una volta ottenuta la certificazione ONU è necessario mantenerla valida, adottando precisi accorgimenti, tra cui:

  • Il controllo della produzione, che effettua l’ente certificatore presso le aziende produttrici
  • La mancanza di modifiche intercorse rispetto a: utilizzo dei materiali grezzi, unità produttiva, utilizzo di tecniche industriali diverse rispetto a quelle tramite le quali sono stati realizzati i campioni testati, configurazione interna degli imballaggi combinati, disposizione e orientamento del contenuto all’interno degli imballaggi, sistema di chiusura e materiali utilizzati per la stessa (come nastri, colla ecc.). Qualora dovessero essere effettuate delle modifiche, è necessario presentare specifica richiesta presso l’ente certificatore prima di adottarle.
  • La scadenza del certificato: ebbene sì, alcuni enti rilasciano omologazioni ONU con scadenza, il che richiede che ogni X anni vengano effettuati nuovamente tutti i test e gli iter dell'omologazione, per non contare il fatto che dovranno essere affrontati nuovamente tutti i costi per il suo ottenimento e la fornitura dei campioni.

La sicurezza è un requisito fondamentale che deve essere garantito durante ogni spedizione di merci pericolose e l’omologazione ONU è una certificazione imprescindibile di cui deve essere in possesso chi gestisce questo tipo di merci. Come abbiamo visto, ottenerla è relativamente semplice ma basta anche un piccolo errore per avere un’omologazione su misura non corretta o non conforme con il vostro sistema di imballaggio.

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