Coronavirus, tamponi ed imballaggi, ecco il collegamento tra sanità ed il mondo delle spedizioni
Sembrava una cosa così lontana ed invece, l’emergenza causata dal Covid-19, è arrivata anche Italia contagiando ad oggi circa 97.000 persone. Il contagio non può essere constatato solo tramite sintomi ma deve essere confermato tramite appositi test. A tal proposito l’OMS ha stabilito che il metodo più attendibile e veloce per stabilire se un soggetto è positivo o negativo al coronavirus è di fatto un test molecolare con metodo Real Time PCR per SARS-CoV-2 che prevede l’impiego di tamponi utilizzati per prelevare dal soggetto campioni di espettorato che verranno inviati al laboratorio per analisi.
Questo test molecolare viene eseguito nell’ambito delle note procedure Regionali che prevedono che il paziente contatti i numeri telefonici predisposti, questi in presenza dei criteri condivisi invieranno personale medico al domicilio del paziente per l’esecuzione del tampone.
Ma dove vanno a finire questi tamponi?
Una volta effettuato il test diagnostico dovrà essere analizzato dai laboratori competenti al fine di verificare la sua positività o negatività.
Alcuni ospedali con laboratori integrati sono di fatto in grado di eseguire i test in autonomia ma, in alcuni casi, per esempio in mancanza di laboratori interni o di sovraccarico degli stessi, questi tamponi dovranno essere spediti ad altre strutture per l’analisi.
Come devono essere spediti?
Per la spedizione, come definito dalla circolare n.3 dell'8 maggio 2003 del Ministero della Salute, è necessario utilizzare imballaggi conformi al trasporto delle merci pericolose.
Proprio in base alla circolare sopra citata, questi tamponi sono stati classificati sotto il numero ONU UN3373 - Materia Biologica di Categoria B e, come richiesto dai vari regolamenti per il trasporto di merci pericolose, il loro trasporto deve avvenire secondo precise disposizioni:
- Contenitore primario, può essere a tenuta di 95kPa.
- Contenitore secondario (che dovrà contenere l’imballaggio primario), solitamente una busta oppure un barattolo che dovrà essere, nel caso in cui l'imballaggio primario non lo fosse, in grado di resistere ad una differenza di pressione interna di 95kPa come richiesto dalle normative ADR, RID, ADN, IMDG e ICAO/IATA. Nella maggior parte dei casi è utilizzato un contenitore secondario certificato 95kPa in quanto l’imballaggio primario non lo è quasi mai.
- Se non si può escludere la presenza di liquido residuo nel recipiente primario durante il trasporto, allora deve essere utilizzato un imballaggio adatto ai liquidi, comprendente un materiale assorbente.
- L’imballaggio secondario deve essere sistemato in un imballaggio esterno con interposizione di appropriati materiali di imbottitura.
- Imballaggio esterno, in grado di resistere alla prova di caduta da 1,2 metri di altezza come richiesto dalla P650 ADR (via terra), P650 RID (via ferrovia), P650 ADN (via navigabile), P650 IMDG (via mare) e P.I. 650 IATA (via aerea).
Tutti i requisiti sopra descritti dovranno essere seguiti per garantire la sicurezza nel trasporto e perché i laboratori potrebbero rifiutare la presa in carico di campioni imballati in imballaggi non conformi.
Prodotti corretti e conformi
La sicurezza e la conformità delle spedizioni sono fattori fondamentali per consentire a tutta la filiera di poter lavorare correttamente e senza rischi.
Grazie alla conoscenza approfondita dei regolamenti, produciamo imballaggi conformi alle normative che consentono di recapitare ai laboratori senza alcun problema i tamponi di COVID-19 (UN3373) per le opportune analisi.
Abbiamo a disposizioni diverse soluzioni per la spedizione di tamponi tra cui: