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5 best practice per la gestione e il trasporto di merci pericolose

Data pubblicazione 30/11/2017

Investire sul magazzino per lo stoccaggio della merce

Innanzitutto bisogna partire dal significato di “stoccaggio”: con questo termine, infatti, si intende la conservazione di merci pericolose in colli in attesa o di utilizzarle all’interno dell’azienda o di consegnarle a terze parti.

Per essere definibile stoccaggio, la permanenza delle merci in un magazzino deve superare le 24 ore, altrimenti si parla semplicemente di una disposizione di breve durata. Anche in caso di conservazione delle merci per una durata inferiore, tuttavia, è necessario adottare le misure di sicurezza che andremo a descrivere.

Innanzitutto, la messa in sicurezza dei prodotti a rischio parte dalla costruzione o dalla scelta di un magazzino adeguato. Esistono dei depositi studiati appositamente per ridurre al minimo tutti i rischi legati alla salute delle persone, all’inquinamento ambientale e alla conservazione della merce stessa.

Oltre a queste disposizioni speciali, bisogna assicurarsi che il deposito sia in linea con le disposizioni antincendio, che tuteli le falde acquifere evitando scarichi dannosi per l’ambiente e che mantenga i propri impianti sempre in ottimo stato. Per questo motivo è bene investire le proprie risorse in un efficiente servizio di stoccaggio e in prodotti in grado di aiutare a risolvere eventuali problemi. In principio può sembrare un inutile spreco di capitali ma, in un secondo momento, potrete raccogliere i frutti di questa scelta.

Proteggi i tuoi prodotti

Pensa a una fotografia scattata con la Polaroid: magari la metti via in un cassetto senza cura o la esponi alla luce e, quando vai a riprenderla, l’immagine non c’è più. Ecco, questo - mutatis mutandis - è ciò che succede quando non si presta sufficiente cura alla corretta conservazione delle merci pericolose.

Magari quando prepari il collo sembra tutto perfetto ma, all’arrivo, i prodotti sono deteriorati e la loro qualità si è degradata scontentando, così, il destinatario della merce. Esistono degli strumenti in commercio per tutelare la qualità dei prodotti come ad esempio:

  • Sacchi in polietilene per isolare la merce
  • Sacchetti con gel di silice in grado di assorbire l’umidità
  • Vermiculite per andare a riempire gli spazi tra i contenitori per gli imballi omologati 4GV
  • Carta di riempimento, patatine di polistirolo, e pluriball per stabilizzare i contenitori interni

Acquistare imballaggi ed etichette conformi

Come avrai già intuito, quando si ha a che fare con merci a rischio non ci si può permettere di andare al risparmio. Anche perché, quello che nell’immediato può sembrare un vantaggio economico, a lungo andare potrebbe farti incorrere in sanzioni pecuniarie, o peggio, penali. Ecco perché sin da subito è bene investire i propri capitali nell’acquisto di imballaggi ed etichette conformi alla normativa, come per esempio gli imballaggi omologati.

Per quanto riguarda sia i contenitori sia le etichette, le normative parlano chiaro: devono essere resistenti a intemperie ed erosione e devono essere dotati di marcature indelebili anche dopo l’immersione per 3 mesi in acqua marina (codice IMDG). Esistono diversi tipologie di imballaggio: la scelta varia in base alla quantità di merce trasportata, al prodotto contenuto e alla modalità di trasporto (terra, ferroviaria, navigabile interna, mare, aerea).

Se hai già dei contenitori per i tuoi prodotti puoi scegliere di acquistare un imballaggio 4GV (salvo casi particolari) che è stato omologato con test di omologazione molto rigidi e con contenitori interni fragili. In questo caso dovrai solo rispettare una distanza prefissata tra i tuoi recipienti e le pareti della scatola, un limite massimo in kg per gli imballaggi interni e l’utilizzo dello stesso materiale assorbente ed attutente come quello usato durante i test. Un’altra strada percorribile è quella dell’omologazione personalizzata: è possibile chiedere, infatti, di testare gli imballi esterni per i propri contenitori in modo da ottenere una soluzione cucita su misura delle esigenze del business.

Dare il giusto equipaggiamento ai propri spedizionieri

La tutela dei lavoratori è un argomento molto delicato e sentito soprattutto negli ultimi tempi. È molto importante dotare i propri professionisti dei giusti strumenti per poter far fronte in sicurezza ad eventuali problematiche durante il trasporto. In particolare, il regolamento ADR prevede che, a seconda della merce pericolosa trasportata, i mezzi di trasporto e i membri dell’equipaggio abbiano in dotazione differenti prodotti, comunemente raggruppati nella cosiddetta borsa ADR: un concentrato di attrezzi del mestiere fondamentali per il pronto intervento. Questi equipaggiamenti vengono definiti nel capitolo 8.1 dell’ADR e sono anche indicati nelle istruzioni scritte.

Non stiamo parlando di un kit di primo soccorso con cerotti, disinfettante e quant’altro: quello è utile, certo, ma quello che intendiamo noi ha al suo interno guanti, lampade, indumenti, protezioni varie… Passiamoli in rassegna!

Il primo elemento contenuto nella borsa ADR sono i segnali di avvertimento autoportanti, fondamentali per segnalare l’area. In questo caso il consiglio è quello di dotarsi di mezzi autoportanti conformi al codice della strada, come per esempio i coni, così da essere in conformità ed evitare sanzioni. Per tutti i tipi di trasporto – anche per i privati - è importantissimo dotarsi di giubbotto fluorescente: in questo modo, si potrà stare vicino al mezzo evitando di essere investiti dalle auto che passano ed essere visibile anche di notte.

A proposito di buio e cose che non si vedono, nella borsa ADR rientra anche la lampada portatile che non deve avere superfici metalliche suscettibili di produrre scintille. Non è richiesto l’espresso utilizzo delle lampade ATEX ma sicuramente sono ideali per assolvere il compito richiesto dal regolamento. In più troviamo guanti e occhiali, un classico per proteggere occhi e pelle da eventuali agenti corrosivi. Tuttavia, soprattutto in caso di sostanze volatili o di vapori tossici, tutto questo non basta per proteggersi: servono strumenti aggiuntivi come il caso della maschera di evacuazione d’emergenza e del liquido lavaocchi, fondamentale nel caso in cui gli occhi venissero a contatto con sostanze irritanti.

Infine, per alcune classi di pericolo, la normativa ADR richiede un equipaggiamento supplementare, il badile, il copritombino indispensabile per proteggere gli scarichi e il recipiente per la raccolta. Esso deve essere resistente a varie sostanze, ma soprattutto non si deve spostare dal tombino nel caso in cui arrivasse una quantità di liquido importante, in pratica il suo scopo è quello di sigillare e salvaguardare le falde acquifere.

Per ultima cosa ogni mezzo deve essere dotato di ceppo o cuneo di dimensioni adeguate. Solitamente questo prodotto non è incluso nella borsa ADR in quanto è spesso già presente sul mezzo.

Richiedere la consulenza di un esperto

Come ultimo consiglio, non possiamo che dirti di rivolgerti ad esperti del settore. Una consulenza può indirizzarti verso le scelte migliori dal punto di vista non solo logistico, ma anche da quello economico. Questo ti permetterà, infatti, di trasportare in sicurezza le tue merci e permettere, così, ai tuoi clienti di ricevere prodotti intatti e di alta qualità, nel pieno rispetto di norme e ambiente.

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Quando si ha a che fare con prodotti a rischio, sono molteplici i fattori a cui prestare attenzione: lo stoccaggio e la conservazione delle merci, la preparazione della spedizione, la scelta dell’imballaggio più corretto, l’etichettatura e tanti altri. Essendo molti i rischi derivanti dalla cattiva gestione delle merci pericolose è necessario, dunque, che il responsabile della logistica, come l’antico gigante della mitologia latina Argo, abbia cento occhi.

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Nulla deve sfuggire al suo controllo, per questa ragione l’uomo ha cercato di ottimizzare il proprio lavoro. Conoscere le più diffuse best practice in materia di trasporto di merci pericolose può essere un ottimo modo per migliorare il proprio business e ridurre le possibilità di errore. Vediamole, dunque, più nel dettaglio.