I 6 errori da non commettere nel trasporto di merci pericolose
Che si tratti di spedizioni via terra, via ferrovia, per via navigabile, via mare o per via aerea, il trasporto di merci pericolose quali, ad esempio, gas compressi, liquidi infiammabili, materie tossiche, infettanti o corrosive, non si può certo improvvisare.
I soggetti che disattendono le disposizioni normative e che non prestano sufficiente attenzione al trasporto dei loro prodotti pericolosi, possono mettere a rischio la salute e l'incolumità delle persone, la salvaguardia dell'ambiente circostante, e incorrere in gravi sanzioni.
Per scongiurare queste eventualità, abbiamo identificato i cinque errori più gravi che, anche in buona fede, può capitare di commettere nell'organizzazione del trasporto di merci pericolose.
1) Considerare la normativa di riferimento un ostacolo insormontabile
Le normative per il trasporto di merci pericolose sono stabilite a livello internazionale e nazionale. Per effettuare il trasporto in conformità alle disposizioni in vigore, la premessa indispensabile è quella di conoscere a fondo il prodotto e le modalità di spedizione dello stesso in sicurezza.
Le normative riguardano la classificazione, l'imballaggio, la marcatura, l'etichettatura e, in generale, ogni aspetto che è stato ritenuto significativo. Tuttavia, un grado di dettaglio così elevato non deve essere vissuto come un ostacolo da parte di chi gestisce gli aspetti logistici in azienda. Al contrario, disporre di linee guida e prescrizioni precise, se pur talvolta restrittive, avvantaggia il compito di chi è chiamato a gestire le spedizioni delle merci pericolose.
2) Non curare l'omologazione degli imballaggi
Gli imballaggi per le merci pericolose devono ottenere il certificato di omologazione ONU, rilasciato da Enti Certificatori qualificati. Per acquisire l'omologazione vengono effettuati meticolosi test sui materiali di produzione e sugli imballi: prove di caduta, di impilamento, di pressione interna idraulica, di sollevamento dall'alto, di lacerazione, di ribaltamento, di vibrazione e di raddrizzamento.
È importante ricordare che il certificato deve essere conseguito:
- per ogni tipologia di imballaggio (per esempio, casse in cartone, legno, acciaio, fusti e taniche in acciaio e plastica, sacchi, imballaggi metallici ecc.);
- per le diverse modalità di trasporto: via terra (come da disposizioni ADR), via ferrovia (RID), per via navigabile interna (ADN), via mare (IMDG) e per via aerea (ICAO/IATA).
Le pratiche burocratiche e tecniche per ottenere l'omologazione potrebbero intimorire, fortunatamente esistono soggetti qualificati che possono incaricarsene, assicurando il rilascio nei tempi tecnici necessari.
3) Scarsa considerazione degli imballaggi interni
La distinzione tra imballaggi interni ed esterni è piuttosto intuitiva. Gli imballaggi interni sono spesso considerati - erroneamente - di importanza secondaria, e questo si può tradurre in una scelta affrettata degli stessi.
Nell'ambito del trasporto di merci pericolose, in particolare, l'individuazione degli imballaggi interni riveste un ruolo fondamentale. Occorre:
- individuarli in base al prodotto che deve essere spedito, optando per un grado di robustezza idoneo a resistere alle sollecitazioni e scegliendo materiali non attaccabili;
- selezionare le tipologie che garantiscono il contenimento idoneo del prodotto, evitando reazioni accidentali o perdite.
4) Utilizzo di imballaggi esterni inadatti
Gli imballaggi esterni destinati alle merci pericolose sono di diverse fogge e materiali, come ad esempio: casse in legno, scatole in cartone, sacchi di plastica. Tale abbondanza qualitativa e quantitativa deriva dalla necessità di dotare le merci pericolose di un packaging esterno inequivocabilmente idoneo, quasi su misura.
L'errore più grave che si può commettere consiste certamente nell'impiego di imballaggi esterni non conformi: in questo caso, dato che gli stessi conterranno articoli o sostanze che possono recare danni alle persone o agli ambienti, i rischi legati al trasporto saranno amplificati.
Un'altra leggerezza da non commettere è quella di considerare le diverse tipologie di imballaggi esterni sostituibili tra loro: in questo campo, un imballaggio non vale l'altro.
5) Etichettatura inadeguata
Le etichette e i pannelli di pericolo da apporre sugli imballaggi o sulle unità per il trasporto di merci pericolose si differenziano in base alla classe e alla natura del pericolo legate al prodotto. La loro funzione informativa è quindi di primaria importanza. Un'etichettatura incompleta o errata può generare percezioni ambivalenti o addirittura equivoci sulla natura del contenuto di un collo, con possibili conseguenze deprecabili.
Un'etichettatura a regola d'arte garantisce, invece, un'informazione trasparente, che favorisce la sicurezza del trasporto, dal momento della spedizione fino all'arrivo a destinazione.
Risparmiare sull’etichettatura è un errore che in questo settore potrebbe rivelarsi molto costoso: servono prodotti di qualità in grado di resistere, come richiesto dalla normativa, alle intemperie e per il trasporto via mare IMDG devono resistere anche ad un’immersione in acqua marina di 3 mesi. È implicito che, per poter conservare l’informazione in maniera chiara e durevole, come richiesto dai regolamenti, le etichette devono essere anche realizzate in maniera tale da resistere, per esempio, ad agenti corrosivi, non solo per tutelare l’ambiente, ma anche i lavoratori che in tutta la filiera del trasporto di merci pericolose sono coinvolti. In ultimo luogo, una corretta etichettatura è una delle tante fondamenta di un trasporto di merci pericolose a norma e in totale sicurezza. È bene precisare che oltre al discorso sicurezza è presente anche un discorso economico / sanzionatorio che prevede, nel caso di trasporto stradale, sanzioni da 406,00 Euro a 1632,00 Euro applicate al proprietario del mezzo, al committente ed all’autista, oltre alla sospensione della patente, il fermo del mezzo e la decurtazione di 10 punti. Nel caso di spedizioni via aerea ICAO / IATA le sanzioni saranno ancora più pesanti.
6) Non prestare attenzione alla marcatura
Il regolamento ADR prevede che ogni singolo collo riporti alcune diciture per identificare la tipologia di merce trasportata. La marcatura degli imballaggi è un’operazione fondamentale non solo per un trasporto a norma di legge, ma anche per intervenire correttamente e tempestivamente in caso di perdite del prodotto.
Cosa deve comparire sugli imballaggi? Ogni regolamento (ADR, RID, ADN, IMDG e ICAO / IATA) ha norme specifiche; in generale possiamo dire che ogni marchio deve essere apposto in maniera indelebile in modo tale che risulti sempre leggibile anche in caso di sversamenti o perdita di prodotto.
Tutti i marchi obbligatori riportati sui colli hanno un’importanza fondamentale, a partire da quella che potremmo definire la carta d’identità delle merci pericolose, ovvero la sigla UN seguita da 4 cifre (numero ONU) che identificano la merce trasportata.
Nel caso di trasporto di merce pericolosa in imballaggi omologati ONU, troveremo anche il marchio di omologazione, ovvero una sigla che identifica molte caratteristiche dell’imballaggio, come per esempio il tipo, se è omologato per solidi o liquidi, l’anno di produzione, ecc..